Io vivevo molto contento in un bosco . Avevo una casa di
legno, accanto ad un ruscello col suo scorrere di murmure d'argento, il mio
caro cane e tutta la natura a portata delle mie dita rugose. Allora ero
vecchio: adesso solo sono cenere nella portacenere degli angeli. Ma ero felice.
E lei dovette rovinarlo tutto. Il giorno che venne io ero nudo al sole, che mi
asciugavo. Non potevo mai e poi mai immaginare che avrebbe attraversato in
assoluto silenzio il bosco .Aspettò la notte per sedurrmi, con la sua voce
calma ed appetitosa che vibrava infinitamente. Sentii la sete di tutti i tempi.
Lei, prese il corno e versò alcune gocce sulle mie labbra secche. La vidi
danzare nel mio contorno e tutto fu empatia e procace fuoco. Il sonno si
impadronì del mio corpo. L'alba approdò senza me. Hipnos ricorse a suo fratello
e fui irrimediabilmente cenere.
Quando trovarono la particella seppero che era di Dio.
Alcuni scienziati discussero che l'aveva persa da molto tempo, smarrita tra le
migliaia di progetti cosmici e la polvere elementare che copriva l'aspro piano
della sua casa. I più credenti non potevano accettare questa ipotesi: Dio non
perde niente; e se qualcosa avesse perso è perché sapeva che quella perdita ha
un ampio e supremo significato. Perdere per trovare, dissero i più audaci, è la
strada inversa del vuoto. Ma, il vuoto è di Dio o è della particella?
domandarono i più sapienti. È la stessa cosa, disse un bambino dalla sua
sapienza. Ma, non sono stata invitata più di una pietra in questo dibattito, e
domandai se il vuoto è assenza. No! mi rispose quasi onnipresente il niente
stesso. Precisamente quella è una particella! Giuro di avere sentito
fugacemente nulla, un qualcosa del tutto non svelato, cioè una particella non
dichiarata.
Quando ho saputo che gli dèi potevano solcare gli eoni ho voluto essere
un dio. Il mio unico desiderio nella vita era conoscere altre ere e, più
di tutto, sentire la nausea attraversando e le barriere dei secoli come
quando si attraversa un campo di fieno in una calda giornata
primaverile.
Non ho mai pensato, tuttavia, che fosse così difficile essere un dio.
Non avrei mai immaginato che ci fosse tanta burocrazia sull’Olimpo.
Ingombranti e pesanti moduli cartacei solo per essere ricevuto da
Hermes. Si presume che sia lui quello che ti gira all’ufficio
competente.
─ Manca il timbro, oppure dovrà lavorare negli uffici olimpici evadendo le richieste dei mortali.
─ No!, voglio fare miracoli, sedurre vergini e procreare semidei.
─ Quella vita era prima, adesso c’è una montagna di cause di
riconoscimento e assegni . Chiedi a Zeus quanto spende per mantenimenti.
Ora lo svago sono i film e le frittelle dolci.
When I dream I die. A thousand ways. With pain. Without pain. A red thunderclap strips me of skin. Herds of elephants trample me. Baroque music suffocates me. A two-year-old boy knifes me. A stray drunkard electrocutes me. I sink in a well of razor blades. I poison myself with priceless wine. A fly crushes me with one of its limbs. I bleed to death, in a battle, on the banks of the Ganges. And when I awaken I am born. Also a thousand ways.
La realtà sta cadendo a pezzi. Il caos inizia lentamente a prevalere. Tutto è comiciato con un tramonto con cinque lune, un sole pallido e la terra che si faceva di cotone. Ha proseguito con le persone a trasformarsi in altro, in fate, incentauri, in scorpioni galattici. E sta peggiorando. Ogni giorno che passa diventa più difficile riconoscere le città, le strade, i campi. L'unica possibilità che abbiamo è la fuga. L'unico posto sicuro che rimane è il Sogno. Le ipnonavi sono pronte. Speriamo non sia già troppo tardi.