Traducido al italiano por Stefano Valente
In penombra. Senza fiori, né lacrime, né parole d’occasione. Solo. Delle
mani meccaniche con guanti di lattice meccanici sistemano con riluttanza
il lenzuolo bianco, mettono il coperchio e girano le viti. Chiudono la
bara. Intrappolato nel buio, apro gli occhi. Non c’è tunnel. Nessun
suono che mi culli. La bocca irrigidita. Le mani asciutte. Niente. Solo
questo odore denso, come di liquido amniotico, che va inondando tutto, e
io a tentoni che cerco un’altra uscita, quella nuova, quella che mi
restuirà alla vita un’altra volta ancora. Una vita che forse sa di
gelsomini o tuberose o anche di questi nontiscordardime che crescono nel
bosco fra le erbacce. Mi sforzo. Mi apro il cammino. Si espande il
vuoto che mi permetterà di uscire dalla caverna. C’è qualcuno lì?, provo
a chiedere. Solo il pianto e la luce che abbaglia e una ninnananna e
l’aria nei polmoni e la gradevole carezza di mani che ridono, al di qua
del grande dolore, inventando i fiori per adornare il giorno.
Fernando Puga
Publicado en italiano en Il Sogno del Minotauro
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